Genobu punta a migliorare la filiera bufalina

Con la pubblicazione del decreto direttoriale da parte del Mur, parte ufficialmente il progetto “Sequenziamento del genoma bufalino per il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni agro-alimentari – Genobu” che vede capofila il consorzio Biogene (Ceinge) e come coordinatore scientifico l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo (Cnr-Ispaam)

Genobu è un progetto Pon1 in area Agrifood, finanziato nell’ambito dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle 4 regioni della convergenza. Il Cnr partecipa mettendo a disposizione il know-how interdisciplinare di due istituti afferenti al Dipartimento di scienze agroalimenrati (Cnr-Disba): l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo (Cnr-Ispaam) e l’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Cnr-Ibba), anche esercitando un ruolo di collegamento e coordinamento tra enti di ricerca, aziende del settore industriale e del settore zootecnico bufalino.

Il progetto vede coinvolti anche il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università Federico II, il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Salerno e l’Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufaline (Anasb), come aziende del settore industriale il consorzio Biogene (Ceinge), la Neatec S.p.a. e la Avantech Group S.r.l., e come aziende del settore zootecnico bufalino l’Azienda agricola Iemma.

Genobu ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie e metodologie innovative per migliorare la filiera bufalina mediante la selezione genetica dei migliori riproduttori bufalini attraverso:



f) profili proteomici di organi e fluidi biologici per la valorizzazione e il tracciamento delle materie prime dalla filiera bufalina.

Con le ricerche in itinere, la componente industriale ed aziendale al tempo stesso produrrà:



m) un Portale Bufalino per favorire l’integrazione e la comunicazione tra gli specialisti del settore (ricercatori, veterinari, allevatori) ed i consumatori.

Il progetto ha un importo totale di circa 8 milioni di euro ed avrà una durata di tre anni a partire dal 01/01/2021.

Fonte: https://www.corrierenazionale.it/2021/03/28/genobu-punta-migliorare-filiera-bufalina/




L’ISPAAM coordinatore scientifico del progetto di ricerca “Genobu”

Si chiama Genobu, durerà tre anni ed è stato finanziato dal ministero dell’Università e della ricerca: punta a selezionare individui resistenti alle zoonosi e ad utilizzare i marcatori molecolari per rafforzare la tracciabilità delle produzioni zootecniche innalzandone la qualità

Bufale

Il ministero dell’Università e della ricerca ha dato il definitivo via libera al progetto di ricerca “Sequenziamento del genoma bufalino per il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni agro-alimentari” denominato “Genobu” che vede capofila il Consorzio Biogene (Ceinge) e come coordinatore scientifico l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale per le ricerche (Cnr-Ispaam). Il progetto vale circa otto milioni di euro ed avrà una durata di tre anni a partire da gennaio 2021. Lo rende noto il Cnr con una nota esplicativa per la stampa.

Genobu è un progetto Piano operativo nazionale 1 in area Agrifood, finanziato nell’ambito dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle quattro regioni italiane designate nell’obiettivo della convergenza Ue: Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Il Cnr partecipa mettendo a disposizione il know-how interdisciplinare di due istituti afferenti al dipartimento di Scienze agroalimentari (Cnr-Disba): l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo (Cnr-Ispaam) e l’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Cnr-Ibba), anche esercitando un ruolo di collegamento e coordinamento tra enti di ricerca, aziende del settore industriale e del settore zootecnico bufalino.

Genobu vede coinvolti anche il dipartimento di Scienze agrarie dell’Università degli Studi Federico II di Napoli il dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università di Salerno e l’Associazione nazionale allevatori specie bufalina (Anasb). Come aziende del settore industriale ci sono il consorzio Biogene (Ceinge), la Neatec Spa e la Avantech Group Srl, e come aziende del settore zootecnico bufalino l’Azienda agricola Iemma.

Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie e metodologie innovative per migliorare la filiera bufalina mediante la selezione genetica dei migliori riproduttori bufalini.
Diversi gli strumenti adottati, si comincia dal ri-sequenziamento del genoma e dell’esoma di un maschio bufalino di razza Mediterranea italiana di alto valore genomico mediante le più moderne tecniche di sequenziamento per poi puntare alla selezione genetica di bufale resistenti a malattie endemiche come brucellosi e tubercolosima anche selezione citogenetica di riproduttori esenti da anomalie cromosomiche con estensione delle mappe citogenetiche” è scritto nella nota.

E se queste ambiziose linee di ricerca riguardano obiettivi di sanità animale, non mancano quelli puntati sulla qualità e costanza nel tempo delle produzioni zootecniche. A cominciare dalla “selezione di riproduttori per caratteri quali-quantitativi del latte e suoi derivati mediante marcatori molecolaripassando per un “incremento della progenie femminile mediante seme sessato e testato mediante spermio-Fish“.
Per quanto riguarda la rintracciabilità dei prodotti zootecnici saranno delineatiprofili proteomici di organi e fluidi biologici per la valorizzazione e il tracciamento delle materie prime dalla filiera bufalina“.

Con le ricerche in itinere, la componente industriale e aziendale al tempo stesso produrrà:

  • microarray di Snps specifici per la selezione su vasta scala di riproduttori che meglio assicurino incrementi qualitativi e quantitativi delle produzioni e resistenza alle malattie infettive,
  • software per la messa a punto di indici genomici,
  • schede sanitarie degli animali,
  • strumenti per il tracciamento e la valorizzazione della filiera bufalina,
  • un Portale bufalino per favorire l’integrazione e la comunicazione tra gli specialisti del settore (ricercatori, veterinari, allevatori) ed i consumatori.

Fonte: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2021/03/24/bufala-un-progetto-di-ricerca-genomica-da-otto-milioni-di-euro/69830?utm_source=notifiche&utm_medium=email&utm_campaign=notifica-azienda-7536&utm_content=kANArticolo-69830#.YFxHQFabjFg.facebook




Medicina personalizzata, a Daniela Gallo premio per studio su pazienti con tumore della cervice localmente avanzato

Alla ricercatrice dell’Università Cattolica il Premio “Best Practice in Personalised Medicine 2020”. La ricerca pubblicata sul Journal of Experimental and Clinical Cancer Research.

L’identificazione di una firma molecolare in grado di predire l’esito del trattamento chemioradioterapico neoadiuvante (Crt) nelle pazienti con tumore della cervice localmente avanzato è valso il Premio “Best Practice in Personalised Medicine 2020” dall’International Consortium for Personalised Medicine ( ICPerMed) a Daniela Gallo, Dirigente sanitario dell’Università Cattolica e Responsabile dell’Unità di Medicina Traslazionale per la Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs. Il lavoro scientifico, i cui risultati ottenuti sono stati brevettati, è stato condotto da un team di ricercatori e clinici coordinati da Daniela Gallo insieme a Giovanni Scambia, Ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologica presso l’Università Cattolica e Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs.

In futuro è previsto lo sviluppo di un kit destinato ad uno screening rapido e poco costoso sulle pazienti da validare in studi clinici multicentrici. Una volta confermati su una coorte più ampia di pazienti, questi risultati potrebbero rappresentare un importante sviluppo verso l’applicazione di approcci terapeutici personalizzati nel trattamento del tumore della cervice localmente avanzato.

L’Ente che ha attribuito il premio (ICPerMed) è un consorzio internazionale per la medicina personalizzata di cui fanno parte oltre 40 partner europei e internazionali che rappresentano Ministeri, organizzazioni pubbliche e private di finanziamento della ricerca sanitaria “no-profit”, organizzazioni politiche e la Commissione europea (CE).

Daniela Gallo ha ricevuto il premio e presentato i risultati del progetto in occasione dell’ICPerMed Conference 2021 che si è svolta nei giorni 25 e 26 febbraio scorsi, in modalità virtuale.

Il riconoscimento, giunto alla terza edizione e istituito con l’obiettivo di incoraggiare e diffondere esempi di buone pratiche nella medicina personalizzata, è stato assegnato alla dottoressa Gallo in qualità di principale autore dello studio “A combined ANXA2-NDRG1-STAT1 gene signature predicts response to chemoradiotherapy in cervical cancer”. La ricerca, pubblicata sul Journal of Experimental and Clinical Cancer Research, è frutto della collaborazione multidisciplinare tra la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e l’ENEA – Divisione Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute (in collaborazione con ISPAAM- CNR).

Fonte: https://www.panoramasanita.it/2021/03/18/medicina-personalizzata-a-daniela-gallo-premio-per-studio-su-pazienti-con-tumore-della-cervice-localmente-avanzato/




La qualità della mozzarella: il progetto Genobu

Con la pubblicazione del decreto direttoriale da parte del Mur, parte ufficialmente il progetto “Sequenziamento del genoma bufalino per il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni agro-alimentari – Genobu” che vede capofila il consorzio Biogene (Ceinge) e come coordinatore scientifico l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo (Cnr-Ispaam)

Genobu è un progetto Pon1 in area Agrifood, finanziato nell’ambito dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle 4 regioni della convergenza. Il Cnr partecipa mettendo a disposizione il know-how interdisciplinare di due istituti afferenti al Dipartimento di scienze agroalimenrati (Cnr-Disba):  l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo (Cnr-Ispaam) e l’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Cnr-Ibba), anche esercitando un ruolo di collegamento e coordinamento tra enti di ricerca, aziende del settore industriale e del settore zootecnico bufalino.

Il progetto vede coinvolti anche il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università Federico II, il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Salerno e l’Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufaline (Anasb), come aziende del settore industriale il consorzio Biogene (Ceinge), la Neatec S.p.a. e la Avantech Group S.r.l., e come aziende del settore zootecnico bufalino l’Azienda agricola Iemma.

Genobu ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie e metodologie innovative per migliorare la filiera bufalina mediante la selezione genetica dei migliori riproduttori bufalini attraverso:

a) ri-sequenziamento del genoma e dell’esoma di un maschio bufalino (razza Mediterranea italiana) di alto valore genomico mediante le più moderne tecniche di sequenziamento;
b) selezione genetica di bufale resistenti a malattie endemiche come brucellosi e tubercolosi;
c) selezione di riproduttori per caratteri quali-quantitativi del latte e suoi derivati mediante marcatori molecolari;
d) incremento della progenie femminile mediante seme sessato e testato mediante spermio-Fish;
e) selezione citogenetica di riproduttori esenti da anomalie cromosomiche con estensione delle mappe citogenetiche;
f) profili proteomici di organi e fluidi biologici per la valorizzazione e il tracciamento delle materie prime dalla filiera bufalina.

Con le ricerche in itinere, la componente industriale ed aziendale al tempo stesso produrrà:

g) microarray di Snps specifici per la selezione su vasta scala di riproduttori che meglio assicurino incrementi quali-quantitative delle produzioni e/o resistenza alle malattie infettive;
h) software per la messa a punto di indici genomici;
i) schede sanitarie degli animali;
l) strumenti per il tracciamento e la valorizzazione della filiera bufalina;
m) un Portale Bufalino per favorire l’integrazione e la comunicazione tra gli specialisti del settore (ricercatori, veterinari, allevatori) ed i consumatori.

Il progetto ha un importo totale di circa 8 milioni di euro ed avrà una durata di tre anni a partire dal 01/01/2021.

Per informazioni:
Leopoldo Iannuzzi
Cnr – Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo (Ispaam)
Ricercatore associato
Via Enrico Fermi, 1
Portici (NA)
leopoldo.iannuzzi@cnr.it

Fonte: https://www.cnr.it/it/news/10080/la-qualita-della-mozzarella-il-progetto-genobu